Il Cuore di Giorgia Sitta

Giorgia è sempre insieme al suo cuore. Incontrarla è una dolce, seppur a tratti severa, possibilità di sentire la propria anima.
Come svela lei la “Divina commedia”, non so chi altro possa farlo. Per non parlare poi dell’applicazione nella vita quotidiana di tutto ciò che dice.
È un Essere elevato Giorgia. Attraversare l’inferno non è una passeggiata, ma se è Giorgia Sitta a raccontare come si fa, allora, viene voglia di mettersi in cammino, immediatamente.
Certamente la personalità trema e lasciamola tremare, dico io.
Il nostro Sé, Cuore o Anima o come si desidera chiamare, “Ditta” dentro, e non si lascia confondere dalla personalità. Sembrerebbe così semplice eppure è così devastante.
Bisognerà farsene una ragione che “La selva oscura” non è un luogo ma uno stato, anzi “lo stato di addormentamento dell’uomo… completamente scollegato dall’Anima” scrive Giorgia nel suo libro “Tutti all’Inferno”.
Giorgia sempre invita alla purezza di intenti ovvero non contaminati dalle nostre pulsioni più bieche.
Ed è con questa purezza che ha risposto alle mie domande.

Giorgia, mi potresti descrivere il cuore, la tua visione del cuore?
Cuore è una parola che io uso poco. È voler dare una forma a qualcosa di ben più grande. Ti posso dire che cos’è l’amore. La mia visione dell’amore è quella che Dante descrive nel paradiso, cioè il raggio traente, è tutto ciò che da un senso alla nostra vita e può essere incarnato in una persona fisica, va benissimo sperimentare l’amore tramite un altro essere umano, un compagno, una compagna, un figlio, un marito, ma l’amore può essere anche la passione per un ideale, per la ricerca, per un hobby, ovvero ciò che ci spinge ad alzarci la mattina per vivere altre ventiquattrore sul pianeta terra. Questo è l’amore. Poi, come uno lo sperimenta non è importante, fondamentale è che lo si sperimenti. Qual è il rischio? Che più è legato a un essere umano, più è un amore di bisogno, va, anche, bene sperimentare l’amore di bisogno, e più quando manca l’oggetto d’amore si va in sofferenza. Certamente su questo pianeta va conosciuto questo tipo di amore, però il nostro potenziale come esseri umani è giungere a innamorarci della vita e quindi arrivare a un momento in cui ciò che ci fa alzare dal letto la mattina, con gioia, con voglia, è il desiderio di scoprire com’è fatta e come funziona la vita, che è amore incondizionato, perché non ricevo nulla, è questa passione che adora il mondo senza probabilmente mai avere una risposta alle mie domande, ma questa ricerca dell’amore non deve essere scollegata dalla realtà, più io vado verso l’amore incondizionato e più ricevo amore terreno, cioè se la mia ricerca e scoperta dell’amore si ferma ad altri esseri umani o ad altri esseri viventi è comunque una forma d’amore, ma condizionata, come dicevo prima, invece, più io, mi appassiono alla vita, a cercare di scoprire i suoi meccanismi, come funziona, e quindi mi dedico alla scoperta dell’anima, la mia realizzazione materiale su questo pianeta diventa enorme, quindi deve essere una ricerca che ha sempre un corrispettivo nella materia, le mie relazioni devono essere sane, se sono in coppia devo avere una coppia felice, se lavoro devo avere un lavoro che mi riempie di gioia, cioè la ricerca dell’amore incondizionato porta gioia e realizzazione concreta in ogni aspetto della nostra vita. Questo per me è l’amore.

Il cuore ha le sue leggi?
L’amore ha le sue leggi. Assolutamente sì.

Giorgia, diciamo che tu converti il cuore in amore.
Sì, l’amore che poi potremmo convertire in anima o spirito, è uguale, è la devozione, è ciò che ci viene chiesto: essere dediti e devoti alla nostra anima. Prima di incarnarci noi abbiamo scelto un progetto evolutivo, diverso per ogni essere umano, ma tutti i progetti di tutti gli esseri umani e di tutti gli esseri viventi hanno a che fare con l’imparare l’amore, più ci impegnamo e più siamo nell’amore incondizionato, diciamo che tutti gli esseri umani hanno la possibilità di imparare questo amore. Qual è il punto? Che dobbiamo dedicarci a questo. E lo si fa in tanti modi, ad esempio imparando ad amore i nostri nemici, imparando ad amare noi stessi nelle difficoltà, imparando ad amare noi stessi con i nostri limiti, i nostri difetti. Abbiamo ogni giorno mille occasioni per imparare questo amore da portare concretamente nella vita quotidiana, la legge aurea che regola tutto questo percorso è la mia dedizione, cioè mi devo dedicare a questo, non è una cosa che faccio la sera prima di andare a dormire, e cioè ringrazio l’universo perché sono viva, questa è una banalità. Noi dovremmo fare proprio il contrario, ringraziare ogni mattina per le prossime ore che ci verranno date, dovremmo ringraziare per tutti gli eventi avversi e dentro a ogni difficoltà quotidiana o limite quotidiano domandarci: che cosa devo imparare? Non c’è colpa, non c’è rabbia, non ci sono emozioni basse, di vendetta, di odio e quindi: cosa devo imparare, anche, mentre sto soffrendo, questa è l’unica regola che ci permette di evolvere, cioè far diventare la ricerca interiore il motore della nostra vita, certamente, senza mai staccarci dalla realtà, perché in questa epoca storica molte persone che fanno ricerca si astraggono dalla vita concreta e questo non va bene, non funziona. Nella vita quotidiana noi dobbiamo portare le leggi, quando Gesù diceva: “Amate i vostri nemici”, significa quanto amo le parti di me che non mi piacciono. Come le trasformo ogni giorno? I primi nemici sono le parti di noi e sono anche i più profondi, cioè sono quelli che ci boicottano di più, facendo in modo che non realizziamo l’amore, ma la regola è la dedizione all’amore, non si può andare contro il progetto evolutivo, quindi anche tutto quello che è “Il senno di poi”: se avessi… la mia vita sarebbe diversa, ecc. sono tutte bugie che la mente dice, perché tutto quello che abbiamo fatto è sempre stato il nostro massimo nello stato di consapevolezza che avevamo in quel momento. Quindi noi dobbiamo accettare che abbiamo scelto delle sfide, delle prove, anche durissime, faticosissime, ma perché siamo anime meravigliose che possono vivere delle sfide pesantissime con senso evolutivo. E quindi l’unica regola che ha l’amore è la dedizione e la passione per la vita.

Il cuore ha un compito?
Il compito dell’amore è manifestare sé stesso, che è un po’ quello che gli alchimisti si chiedono: “Ma come mai l’uomo s’incarna?” In realtà lo spirito attraverso l’anima s’incarna dentro l’uomo. Perché? Per sperimentare sé stesso, è come se Dio s’incarnasse usando noi, siamo particelle divine, ci incarniamo per sperimentare questo pianeta e portare l’amore, quindi il compito è proprio la sperimentazione, cioè l’amore non può essere qualcosa di teorico, a me l’immagine più potente che è arrivata in questi anni di ricerca è quanto ci si commuove guardandosi allo specchio. Quanta gratitudine si ha? Quello per me è l’amore incondizionato, che parte, prima di tutto, dall’accettazione di un corpo fisico indipendentemente dall’età, cioè anche i ventenni o i trentenni, le trentenni, fanno fatica ad accettare il proprio corpo fisico, invece noi ogni giorno dobbiamo imparare ad avere gratitudine per questo corpo fisico che ci permette di vivere qui, con la forma che serve in quel momento, fatta così, con l’invecchiamento questa forma cambierà, ma ci permetterà di rimanere su questo pianeta, quindi quanto sono grata al mio corpo? È la prima domanda, poi dal corpo fisico si passa al corpo emotivo, quanto sono grata a tutte le mie ferite? E ai miei bambini interiori che ancora oggi mi danno sofferenza, ma che mi hanno permesso di arrivare fin qui? Io sono qui, noi siamo qui, tutti noi siamo qui grazie alle nostre ferite e ai nostri bambini interiori che più o meno hanno imparato a stare su questo pianeta, difendendosi dalla famiglia, dalla società, dal contesto in cui sono nati e siamo qui grazie a loro, quindi invece di sgridarci ogni giorno dicendo: “Ho sbagliato, non ho fatto bene, potevo fare…”. Dobbiamo imparare a guardarci allo specchio con enorme gratitudine, un enorme tenerezza e dire: “Giorgia quanta strada hai fatto! Grazia quanta strada hai fatto, fino adesso! Hai visto cosa hai fatto? Te ne sei resa conto?”. Se poi uno riesce a ricordare ogni mattina ciò che era: uno scricciolino di due, tre anni, che imparava a stare in piedi in quel mondo là, è grazie a quello scricciolino che siamo qui, che poi avrà mille imperfezioni quello scricciolino, magari, troppo rancorosa, troppo fragile, troppo debole, ma è il meglio di sé, il massimo che ha saputo fare, e quindi per imparare l’amore, prima di tutto, bisogna imparare a guardarsi con gratitudine e tenerezza, dopodiché quando io faccio questo primo passaggio, nei miei confronti, mi sono accettata così come sono, perfettamente, allora dopo può nascere un bel progetto, un percorso di autoeducazione, ma imparo a disciplinare le mie bambine interiori, imparo a disciplinare i miei impulsi, però parte tutto dall’amore, prima l’amore e poi la disciplina.
Prima l’amore, prima la tenerezza, prima l’accoglienza, poi l’educazione, non si può educare nessuno che non venga amato, un bambino non amato non sarà mai un bambino educato. Educato alla vita e non solo in termini stretti. Quando i bambini sono educati? Quando sono amati! La prima educazione è l’educazione all’amore, poi alle regole sociali. E per noi adulti vale la stessa cosa, se noi non impariamo ad amarci, profondamente, nessuno ci amerà mai come noi vorremmo essere amati, perché siamo mendicanti, finché aspetto che qualcuno mi ami sono un mendicante, un mendicante d’amore, aspetto le briciole di qualcuno che si accorga che io nell’universo esisto, quando io ogni mattina mi guardo cercando la tenerezza, la compassione, la gratitudine, l’amore, allora, anche nel mondo esterno si manifesterà questo. Sarò amata! Sarò riconosciuta! Sarò vista! Ma perché prima sono io ogni mattina che mi guardo. Questo è il modo con cui s’incontra l’amore vero. Dopo avviene tutto il resto, avviene la trasformazione, il cambiamento, quando io mi amo non ho neanche più bisogno di impormi il cambiamento, perché quando io mi amo farò cose che mi fanno bene e che fanno bene alle persone intorno a me, noi possiamo essere utili agli altri solo ed esclusivamente nel momento in cui siamo utili a noi stessi, perché diventiamo un vero esempio di amore e facciamo azioni che non sono mai dettate dagli impulsi o dai bisogni, sono azioni d’amore quindi gli altri inevitabilmente ci prenderanno come esempio, vorranno fare come noi. Il cambiamento dell’umanità passa solo attraverso questo meccanismo, io non credo che esista un altro meccanismo possibile.

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